DETAIL WORK
VENERATIO HERODIS (2011).


Stone, iron, resin and lead / Pietra, ferro, resina e piombo, cm 70 x 70 x 90.

È un infante straziato gettato su un cubo in ferro simile ad un’ara sacrificale la figura protagonista dell’installazione intitolata Veneratio Herodis. Un Gesù bambino avvolto in fasce di piombo su cui è incisa quella “Parola” che, narrando della strage degli innocenti, ai nostri occhi grava sul Bambino come senso di colpa e come legame con un’immagine e un senso che sembrano imporre l’obbligo di una morte salvifica. Un Gesù Bambino che, ribaltamento di quella stessa “Parola” che sembra incatenarlo in uno stereotipo, non è scampato alla strage ordinata da Erode. «Per adorare il re dei Giudei» Erode non porta in dono né oro, né incenso, né mirra, bensì una morte che salvaguardi il potere all’uno e non permetta all’altro l’adempimento della missione divina. Erode non può concepire un re al di sopra di lui, così come l’uomo moderno non sembra concepire la divinità nel proprio mondo. Concepirla equivarrebbe ad accettare di perdere il potere acquisito, accettare di essere in mani altrui quando invece ogni cosa deve essere sotto controllo, ogni rivolta sedata, ogni mistero svelato, ogni idea trascendente immediatamente portata nell’immanente di una vita basata sull’hic et nunc. Anche se questo comporta peccato, vergogna, senso di colpa… in una parola: schizofrenia. «Pan, il grande, è morto!», lamentava Plutarco nel Tramonto degli oracoli precorrendo la formula nietzschiana «Dio è morto». Entrambi testimoni di una situazione culturale piuttosto che religiosa, l’uomo che Zucconi raffigura e rappresenta è senza Dio perché ha ucciso Dio; è solo, non partecipa e non è partecipe di nulla. L’umanità stessa è deceduta, soffocata per la mancanza del soffio vitale (pneuma), spiritualmente e fisicamente eviscerata da uno svuotamento interiore che diventa svuotamento del senso stesso di un’esistenza in cui nulla v’è di santo e sacro; in cui il corpo non si manifesta come santuario, ma soltanto come impuro ricettacolo d’assenza.

EXHIBITIONS / ESPOSIZIONI
2011 Musei Civici di Palazzo Farnese - Piacenza
2012 Museo dell'Opera del Duomo - Prato





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