DETAIL WORK
Oedipus (2010).


Stone, iron, lead and resin / Pietra, ferro, piombo e resina, cm 81 x 136 x 147.

Nell’ "Edipo re", è la durissima profezia di Tiresia ad innescare il meccanismo tragico della ricerca di se stessi. Sofocle racconta infatti che Edipo, dopo essersi conosciuto e aver quindi aperto gli occhi su di sé (scopre di aver inconsapevolmente ucciso il padre e sposato la madre), si acceca per non vedere, metaforicamente ma anche fisicamente, la sovversione naturale perfettamente incarnata in lui, e ci regala in questa scena una delle immagini più alte della poesia mondiale, quella «pioggia nera e sanguinosa tempesta» che dice scrosciare dagli occhi feriti di Edipo. Nella notte dell’11 novembre 2009, è proprio questa immagine a proiettarsi nella mente di Zucconi con una tale potenza da innescare «un’immediata corsa alla ricerca del blocco adatto», confermando una volta di più il suo metodo di lavoro istintivo – che tuttavia è sempre sorretto da una profonda conoscenza filologica, storica e filosofica. L’immagine iniziale si arricchisce di elementi simbolici ed eruditi richiami archeologici come, in questo caso, la fibula con cui Edipo si acceca (che riporta l’immagine di un sesso femminile che simboleggia il rapporto malato e distruttivo tra la madre e il figlio); la tabella defixionis in piombo incisa in greco antico con la profezia/maledizione di Tiresia. Oedipus, datata 1 gennaio 2010, è frutto di un solo mese di lavoro intenso e ininterrotto, ossessionato da un’immagine che poche volte ha toccato l’artista così nel profondo: «io le sculture non le penso, le vedo», e per calmare questa frenesia folle Zucconi non ha altro modo che completare l’opera cercando di essere il più fedele possibile alla visione iniziale.

EXHIBITIONS / ESPOSIZIONI
2010 Museo d'Arte Antica del Castello Sforzesco - Milano





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